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“NOOOOO!!! Un aggiornamento! Non ora!”. Alzi la mano quanti l’hanno pensato almeno una volta!

Oh quante! La conta delle mani alzate è ahimè fin troppo difficile. Ne vedo proprio tante!

Nel 2016 e nel 2017 due codici malevoli (virus) chiamati Petya e WannaCry hanno imperversato in Europa e in gran parte del mondo. Si trattava di codici che criptavano l’hard disk dopo che l’utente, agendo sotto le vesti dell’utente administrator, faceva partire un eseguibile ricevuto via posta nascondendosi sotto forma di ZIP file.

Sostanzialmente questi virus rendevano inaccessibili tutti i dati dall’hard disk per poi chiedere un riscatto al malcapitato.

Impressioni sull’aggiornamento:

La prima cosa che mi viene in mente di dire è che l’abitudine di eseguire i propri compiti sul PC come amministratore di macchina meriterebbe da solo un approfondimento e un altro la scarsa attenzione alle mail “strane”. E un giorno lo meriteranno.

La seconda, e più importante al fine di questo articolo, è che per fermare entrambi i virus sarebbe stato sufficiente aggiornare il sistema operativo. Aggiornare il sistema operativo: due click e dieci minuti di pazienza per risparmiare diverse migliaia di euro.

Ma non è solo un fatto di vulnerabilità gravi come quelle descritte. I sistemi operativi e in generale tutte le applicazioni software sono frutto dell’essere umano e ne condividono la natura imperfetta.

In generale un software non aggiornato lo dovete immaginare come una strada con delle piccole buche invisibili che con un po’ di fortuna non incontrerete mai (ve lo auguro). Oppure vi può accadere di prenderle per bene e a tutta velocità e quindi rischiate di prendervi delle belle musate in terra.

O peggio: vi possono creare dei piccoli problemi impercettibili di funzionalità che cumulati possono rendere la vostra vita informatica assai grama. E non voglio parlare delle varie questioni di efficienza del programma o del sistema operativo, altrimenti qui si fa sera!

Purtroppo, ancora c’è un grandissimo numero di utenti che non esegue gli aggiornamenti: una ben nota statistica fatta da Google nel 2015 diceva che ben due terzi degli utenti effettuava gli aggiornamenti appena poteva o mai.

C’è chi non lo fa perché crede che così non perderà tempo (salvo poi incontrare quella buchetta di cui sopra), chi lo fa per convinzione, pensando che gli aggiornamenti siano un modo brutto e cattivo delle case di software per indurci a credere che il nostro PC non è più buono a nulla (la famigerata obsolescenza programmata).

Focus: sull’aggiornamento:

Per carità: sarebbe inverosimile negare che dopo X aggiornamenti l’hardware non sia più in grado di effettuare tutte le operazioni come prima, e sarebbe da fessi non credere che ci possa essere una qualche forma di furbesca malizia. Magari non sempre diretta e fine a sé stessa, quanto indiretta, dovuta al fatto che oltre agli aggiustamenti dei bug si introducono anche nuove funzionalità (cioè nuove cose da far fare al PC che si cumulano lentamente).

Purtuttavia vi prego di credermi se vi dico che sono più le volte che li risolvono i problemi.  Nella mia discreta esperienza fatte cento le chiamate degli utenti per problemi tecnici almeno 80 li ho risolti con un aggiornamento del sistema operativo e/o del software che non stava funzionando. E il più delle volte la conversazione iniziava con: “Li hai fatti gli aggiornamenti?” “Sì sì, tutti!” poi andavo su Windows Update e c’era di tutto di più da fare.

Che cosa c’è in questi fantomatici “aggiornamenti”? A parte le varie patch a bug delle applicazioni e del Sistema Operativo ci possono essere aggiornamenti alle librerie del sistema operativo. Importantissime perché si tratta di piccole porzioni di codice che il sistema operativo condivide con più programmi affinché questi siano più efficaci ed efficienti.

Cosa fare per mantenere un sistema operativo giovane e fresco, dunque?

Aggiornare costantemente sia sistema operativo che programmi che, ancora di più firmware (e qui ci sarebbe tanto da dire), tenere solo funzioni che servono e togliere tutto il resto, specie, il più possibile, le applicazioni che partono all’avvio del PC e che girano in background.

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